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LA MOSTRA

I malgari che si incontrano qui e lì tra le nostre montagne sono uomini e donne, anziani o giovanissimi, italiani e stranieri. Tutte persone che hanno scelto una vita dura, lontana dal centro, a contatto con natura e animali. Ogni anno dedicano i mesi estivi alla produzione di formaggi nelle Terre Alte. Il più delle volte, li vendono direttamente in malga: non importa quanto remota sia la malga, i formaggi vanno a ruba.
Insieme ai dati scientifici, il progetto Formaggi alpini – Le molecole del gusto ha raccolto storie. Ha rubato scene quotidiane da vite per certi versi estreme: ha ascoltato volti stanchi e coerenti, fieri, ha immortalato ricordi e aspirazioni, abitudini, gesti antichi, sfide, scampoli di bellezza. Ne ha fatto un racconto per immagini e voci.

Say Cheese: volti e voci di malga

Lavorare con le bestie comporta sacrifici – sacrifici che paiono di altre ere, di un mondo ormai scomparso. Mungere, tutte le mattine e tutte le sere, alzarsi prima dell’alba, “non poter andare una settimana al mare con i boce”.
Eppure, c’è chi la sceglie, questa vita stanziale per forza, e assieme però anche liberissima, perché lontana anni luce dalle opprimenti otto ore nel capannone di un’occhialeria, e all’ombra luminosa solo di larici e crode cangianti.
Ecco uno scorcio su queste altre vite.